Le nuove sfide della flebologia moderna tra efficacia e appropriatezza
Cuneo, 10 Maggio 2024
La Flebologia moderna è profondamente diversa da quella praticata in passato.
Due eventi fondamentali hanno cambiato negli anni la storia di questa disciplina, uno dal punto di vista della diagnosi di natura della patologia, l’altro dal punto di vista della terapia. Sino agli anni ottanta la scienza flebologica veniva praticata da appassionati della materia che, con le poche risorse allora a disposizione e tanta pratica clinica, si cimentavano con grande maestria nel formulare diagnosi spesso molto complicate. L’introduzione del doppler prima, a metà degli anni sessanta e, successivamente, dell’ECO-color doppler ha rivoluzionato la diagnostica delle malattie vascolari e cardiache in generale. In particolare per la patologia venosa ha consentito lo studio approfondito dei flussi e degli eventuali reflussi sino ad arrivare al giorno d’oggi ove è possibile, con uno studio attento e mirato, ricostruire delle verre e proprie “mappe emodinamiche”, essenziali poi per consentire l’approccio terapeutico più appropriato.
La seconda rivoluzione avvenuta in ambito flebologico è senz’altro stato l’avvento della schiuma sclerosante che, come un po’ enfaticamente è stato definito, ha prodotto il “rinascimento” della flebologia. La schiuma sclerosante, la cui storia ha visto la firma di autorevoli professionisti italiani, trai piàù famosi dei quali ricordiamo, Frullini, Cavezzi, Tessari, ha aperto la porta a nuovi ed insperati approcci terapeutici, assolutamente mirati e non invasivi, che hanno cambiato il paradigma sino ad allora in voga, vale a dire varici uguale safenectomia. La mentalità mini-invasiva introdotta dalla schiuma accompagnata alla sempre maggior attenzione alla cura e alle esigenze del paziente hanno prodotte poi con lo scorrere degli anni la nascita e lo sviluppo di altre metodiche mini-invasive, quali la colla, le tecniche termiche endo-ablative (LASER e radiofrequenza) e più recentemente le tecniche di coartazione venosa con stimolo meccanico (MOCA).
Così come si è sviluppata negli anni la tecnologia, anche la figura del flebologo si è drasticamente modificata. Il flebologo oggi, per praticare con professionalità e sicurezza, deve conoscere e saper applicare la tecnica ECO-color doppler così come deve assolutamente conoscere, anche senza praticarle, tutte le diverse possibilità terapeutiche oggi a disposizione e saper scegliere la tecnica migliore per quella vena lì in quel momento lì, secondo uno slogan caro ai nostri padri antichi “modus in rebus”. La pratica moderna della flebologia non può per altro prescindere da altri valori presenti nella medicina moderna, che vanno dall’appropriatezza delle cure al rispetto delle linee guida suggerite dalle varie Società Scientifiche passando per il consenso informato e condiviso, tutte variabili che tracciano un percorso ben definito per lo svolgimento in sicurezza della professione.
Da ultimo, ma non meno importante, il punto di vista dei pazienti e delle associazioni che li rappresentano, perché la buona riuscita della pratica medica richiede “ab initio” un “patto di onestà” tra paziente e terapeuta, atto imprescindibile per non andare incontro a incresciosi e devastanti per ambo le parti contenziosi medico-legali. Scopo di questo incontro è quello di affrontare il difficile tema del “chi è” e “che cosa deve saper fare” il flebologo moderno. Cercheremo di rispondere a questi quesiti avvalendoci della guida di relatori di elevata caratura scientifica e di grande esperienza “sul campo”, nel rispetto dei criteri di appropriatezza e delle linee guida di riferimento.
La seconda parte della giornata sarà viceversa dedicata ad un approfondimento pratico delle tematiche trattate, con la partecipazione in gruppi separati a sessioni di lavoro in cui verranno affrontate in maniera analitica la tecnica ECO-color doppler e le terapie più innovative riguardanti la cura delle ulcere venose degli arti inferiori.
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